Mauro Ceruti – Si pone oggi, in maniera ineludibile, una questione educativa: quanto i modi di organizzazione dei saperi nelle nostre scuole, nelle nostre università, favoriscono la possibilità di una sensibilità ad un modo di conoscenza che sappia non ridurre nessun oggetto della conoscenza ad un solo livello di descrizione, ad un solo livello di realtà, ad un solo livello di osservazione. Mi sembra che il grande successo della scienza attraverso l’esplosione degli specialismi nel Novecento oggi possa produrre anche un qualche effetto di deperimento, se non addirittura un effetto ‘boomerang’ nella produzione di nuova creatività scientifica. Quanto lo specialismo può diventare un problema proprio per lo sviluppo della scienza stessa?