Complexity Science School – Presentazione

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DOVE?A Spoleto, in un’antico Convento immerso nel verde e nel silenzio delle colline umbre dedicato alla bellezza e dato in uso esclusivo alla Scuola per consentire riservatezza e pace ai partecipanti

QUANDO?dal 21 al 25 agosto 2016

COSA?quattro giornate intensive di apprendimento, ma non solo

COME? con un approccio informale e con un numero ristretto di partecipanti per dare la possibilità, oltre che di apprendere, anche di costruire relazioni durevoli tra tutti i partecipanti ed i docenti ed esperti che intervengono

PER CHI? – per ‘non esperti’ di sistemi complessi: non solo studenti e ricercatori, ma anche manager, docenti, formatori e tutte le persone che sono curiose di comprendere come le scienze si stanno evolvendo verso un nuovo modello di pensiero e di studio più adatto a comprendere la realtà che ci circonda, da quella personale a quella sociale e delle organizzazioni a cui facciamo riferimento

IL FOCUS DELLA 1° COMPLEXITY SCIENCE SCHOOL:

“COMPLEXITY FOR BEGINNERS”

A SPOLETO (PG)

DAL 21 AL 25 AGOSTO 2016

L’argomento della prima edizione della COMPLEXITY SCIENCE SCHOOL è “COMPLEXITY FOR BEGINNERS”: si tratta di una prima introduzione alla scienza della complessità dedicata ai ‘non esperti’ di sistemi complessi. Lo scopo è di aiutare ad affrontare i tanti e diversi punti di vista che questa scienza riesce a mettere in connessione in modo coerente consentendo una comprensione dei fenomeni che, pur includendo  i tradizionali approcci culturali e scientifici, ne supera i limiti secondo un’ottica transdisciplinare.

@Matt Gibson-Flikr CC-Network

Avete mai visto un bambino smontare il suo giocattolo preferito? E scoppiare a piangere appena capisce che non riuscirà mai a rimettere insieme i pezzi? Bene, ecco un segreto che non conquista mai le pagine dei giornali: noi abbiamo smontato l’universo e non abbiamo idea di come rimetterlo insieme. Dopo aver speso miliardi, nell’ultimo secolo, per disassemblare la natura, ora ci rendiamo conto che non sappiamo andare avanti se non continuando a smontarla.

Il riduzionismo è la forza che ha guidato gran parte della ricerca scientifica del XX secolo. Per comprendere la natura, affermano i suoi sostenitori, occorre innanzi tutto decifrarne le componenti. L’assunto è che, una volta comprese le singole parti, sarà facile afferrare l’insieme. Divide et impera; la parte per il tutto. Per decenni, quindi, siamo stati abituati a vedere il mondo attraverso i suoi costituenti. Ci hanno insegnato a studiare gli atomi e le superstringhe per afferrare l’universo; le molecole per capire la vita; i geni dell’individuo per comprendere la complessità dei comportamenti umani; i profeti per individuare le origini di manie e religioni.

Fra breve avremo esaurito tutto quello che c’è da sapere sui singoli pezzi. Eppure non ci siamo granché avvicinati alla comprensione della natura nel suo insieme. La realtà è che il riassemblaggio si è rivelato molto più difficile di quanto gli scienziati si aspettassero, e per una semplice ragione: inseguendo il riduzionismo ci siamo imbattuti nel muro della complessità.

(…) Oggi ci rendiamo sempre più conto che niente succede isolatamente; fenomeni ed eventi sono perlopiù connessi con innumerevoli altri pezzi di un complesso puzzle universale, si causano l’un l’altro e interagiscono fra loro. Ci accorgiamo ormai di vivere in un mondo piccolo, in cui ogni cosa è collegata alle altre. E’ in atto una rivoluzione dove scienziati di ogni disciplina scoprono che la complessità ha un’architettura ben precisa.

(Albert-Laszlo Barabasi)


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