Un possibile dibattito per l’etica

UN POSSIBILE DIBATTITO PER L’ETICA NELLE ORGANIZZAZIONI SOCIALI

Dario Simoncini, Marinella De Simone

in: Etica- Economia – Società. Sistemi sociali ed economici in transizione. Edizioni Universitarie Romane, 2010

Etica-Economia-Società

 

A: Che cos’è per noi l’etica nelle organizzazioni complesse?’ Da dove incominceresti per inquadrare il problema?

B: La discussione fondamentale, secondo me, è cosa definiamo con ‘etica’; mi piacerebbe iniziare dalla distinzione fatta da Francisco Varela in un suo scritto tra etica intesa come know-how ed etica intesa come know-what; egli afferma che:

Si può dire che una persona saggia (o virtuosa) è quella che conosce ciò che è bene e lo mette spontaneamente in pratica. E’ questa immediatezza di percezione-azione che vogliamo esaminare…’

Questo approccio si pone in un’ottica differente rispetto alla più usuale definizione di etica intesa come analisi della componente riflessiva su ciò che debba intendersi ‘etico’ e che arriva coerentemente a verificare la razionalità dei principi morali adottati dall’individuo nei propri comportamenti.

Secondo Varela, la spontaneità del comportamento virtuoso è la modalità più comune di etica, e tuttavia essa non viene sufficientemente analizzata proprio in quanto mancante della componente riflessiva:

‘ Non dovremmo tralasciare la più diffusa modalità di comportamento etico solamente per il fatto che non è “riflessiva”. Perché non iniziare con ciò che è più comune e vedere dove questo ci conduce? Così stiamo sottolineando qui la differenza tra know-how e know-what, la differenza tra abilità o capacità di confronto immediato e conoscenza intenzionale o giudizi razionali.’

Si sottolinea in tal modo l’immediatezza della conoscenza del come rispetto alla conoscenza riflessiva del cosa.

A: Potresti fare un esempio concreto di etica intesa come know-how?

B: Certo; il classico esempio di know-how dell’etica è quando, mentre camminiamo immersi nei nostri pensieri per strada, vediamo improvvisamente una persona che inciampa e cade a terra; il nostro comportamento immediato è quello di soccorrerla, senza fermarci a riflettere su quale possa essere il comportamento eticamente più appropriato…

A: Ed un esempio di etica intesa come know-what?

B: L’etica come know-what rappresenta il momento riflessivo, quando ci chiediamo ad esempio se sia o meno corretto dire qualcosa a qualcuno (‘Faccio bene o male a dirle che lui la tradisce?’) o se approvare o meno l’entrata in guerra di un Paese per tutelare una parte della popolazione, e così via…

L’etica intesa come know-how riguarda il sapere come essere etico, mentre l’etica intesa come know-what riguarda il sapere cosa fare per essere etici. Nel primo caso il comportamento istintivo è l’immagine di ciò che siamo, mentre nel secondo caso il comportamento sarà l’immagine di ciò che forse dovremmo essere.

La conoscenza del come si è si incarna nella spontaneità dei comportamenti; l’attenta e ripetuta osservazione del come si è genera la consapevolezza dell’essere etico: la conoscenza del come si è diviene ‘coscienza consapevole’ del sé etico.

La conoscenza razionale del cosa fare per essere etici si matura attraverso una elaborazione riflessiva sulle possibilità di scelta tra diversi comportamenti da assumere, valutando di ognuno costi e benefici, vincoli ed opportunità.


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franciscovarelaproject@gmail.com

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