Socio 2021 - Luca Tonon

Luca Tonon

Sono Luca, ho 55 anni. Sono marito, padre di due splendidi ragazzi di 18 e 14 anni. In questo periodo della mia vita sono anche molto “figlio”, con genitori anziani e in difficoltà.

Ho conseguito prima il diploma e poi la laurea in Fisioterapia, per poi frequentare e ultimare gli studi di Osteopatia.

Al momento sono iscritto al II anno di Master per Counselor Educativo presso l’Università Salesiana di Venezia oltre, chiaramente, perseguire i crediti formativi della professione. Ho un mio studio, sono libero professionista.

Quando posso mi dedico al volontariato.

Motivi per cui Luca è diventato Socio del Complexity Institute:

Vi ho conosciuti e vi seguo per merito di Enrico Cerni, amico di gioventù e di Facebook.
Mi sono affacciato un po’ per curiosità, poi con interesse. Confesso che sono uno spettatore passivo, vista l’alta qualità dei partecipanti. Seguo, cerco di capire, molte volte non comprendo, ma, inevitabilmente, mi ritrovo, il più delle volte, con molte domande a posteriori. Non ho familiarità cosciente con il tema della complessità, sono a contatto con essa, ma ho necessità di semplificare per lavorare.
Mi affascina molto l’argomento generale e sono interessanti i mille rivoli che genera. È la curiosità, la necessità di comprendere e il desiderio di stare in un cenacolo più “grande” di me che hanno fatto si che mi iscrivessi.

Quali sono i temi che Luca vorrebbe sviluppare

In questo periodo, per motivi di studio, professionali, ma anche personali, mi sto interrogando sul dolore. Che senso ha, se è l’unica istanza che può far evolvere la persona, trovare, in qualche maniera, come poter utilizzare e trasmettere agli altri la valenza positiva che ha.

Altro argomento che mi interessa, è l’accompagnamento alla morte. Lavorando anche in ambienti senili, mi rendo conto che ci sono approcci diversi a seconda della persona che si ha davanti. Dalla fuga all’accettazione, passando attraverso diverse sfumature, sempre molto personali. Mi rendo conto che non c’è una preparazione né del soggetto in partenza, né per chi resta. La vita media avanza e la morte non può più cogliere in maniera improvvisa. Immagino una diffusione di pensieri, concetti che rendano familiare questo evento ineluttabile e giustizialista, che non perderà la sua valenza drammatica e/o tragica, ma che potrà essere più sopportabile nel percorso del soggetto, ma anche per chi resta.
Mi rendo conto che sono problematiche fosche, “nere”, ma probabilmente sono così, proprio perché poco frequentate. 

Per contattarci:
complex.institute@gmail.com

Cell. +39-327-3523432

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