Lo stato dell’arte degli studi organizzativi e manageriali

Lo ‘stato dell’arte’ degli studi organizzativi e manageriali.

Allargare lo sguardo attraverso i Critical Management Studies

 Dario Simoncini, Marinella De Simone

AbstractI Critical Management Studies (CMS) hanno focalizzato in questi anni l’attenzione sugli aspetti critici delle teorie manageriali ed organizzative, evidenziando le profonde lacune non solo esplicative, rispetto al divario tra prevedibilità dei comportamenti aziendali ottimali ed effettiva attuazione degli stessi, ma anche e soprattutto epistemologiche, rispetto a quali siano le premesse di fondo degli studi e delle pratiche manageriali ed organizzative. Gli assunti che affronteremo nel lavoro riguardano alcuni passaggi fondamentali nell’analisi critica dello “stato dell’arte” degli studi organizzativi e manageriali, nonché delle pratiche attuate direttamente nelle attività di impresa. Le domande che ci siamo posti, ed a cui nel nostro lavoro abbiamo cercato di fornire una prima risposta, possono essere così riassunte: Quali sono gli scopi che prevalentemente si sono prefissi sino ad oggi gli studi in ambito organizzativo e manageriale? Quali sono i presupposti ed i valori perseguiti sia nella prassi manageriale che negli studi che la concernono?

I Critical Management Studies (CMS) hanno focalizzato in questi anni l’attenzione sugli aspetti critici delle teorie manageriali ed organizzative, evidenziando le profonde lacune non solo esplicative, rispetto al divario tra prevedibilità dei comportamenti aziendali ottimali ed effettiva attuazione degli stessi, ma anche e soprattutto epistemologiche, rispetto a quali siano le premesse di fondo degli studi e delle pratiche manageriali ed organizzative.

La critica più radicale che questi studi stanno portando avanti riguarda proprio i fondamenti della ricerca e gli scopi che essa si prefigge, fino ad arrivare ad analizzare le pratiche manageriali e l’educazione impartita nelle business schools che contribuiscono a diffondere acriticamente teorie e prassi consolidate in ambito manageriale, trascurando le implicazioni etiche che l’agire organizzativo e manageriale comporta in un più ampio quadro sociale (Bagley, Clarkson, Power, 2006). I Critical Management Studies raccolgono attorno a sé ampi ambiti di indagine e di studi, accomunati da alcuni aspetti di base nell’approccio seguito e, soprattutto, dallo scopo che si prefiggono; essi, infatti, non si limitano a portare avanti un dibattito critico alle fondamenta della ricerca in ambito organizzativo e manageriale, e nemmeno si limitano a cercare rapide soluzioni ai problemi sollevati; questi studi hanno piuttosto come obiettivo comune quello di sovvertire e sostituire radicalmente le attuali pratiche manageriali e le attuali proposte in ambito epistemologico, introducendo nel campo di indagine ed applicativo anche aspetti del vivere sociale che sono rimasti fino ad oggi esclusi.

La critica si deve perciò estendere necessariamente ai presupposti di tutta la convivenza civile delle nostre società contemporanee, e non solo a quelli esistenti nelle teorie manageriali ed organizzative, che tuttavia esse contribuiscono a mantenere ed a rafforzare. L’approccio non è solo critico o “distruttivo” come potrebbe apparire ad una prima disamina superficiale, quanto piuttosto una forma di “de-costruzione” della realtà attuale e delle sue strutture di dominio, attraverso un’analisi di quelle che sono le istituzioni sociali, le ideologie, le forme di pensiero più diffuse (Alvesson, Deetz, 2000).

L’obiettivo di sovvertire le attuali strutture di dominio – tra cui le pratiche manageriali mirate al solo raggiungimento del profitto, la finanziarizzazione dell’economia, le forme patriarcali di gestione del potere – non è configurabile unicamente come “ideologia di sinistra”, pur se parte degli studi provengono certamente da una connotazione politica di questo tipo, ma anche e soprattutto come il desiderio, se non addirittura la necessità sociale, di migliorare le condizioni di vita in tutti gli ambienti umani, aziende comprese.

L’allargamento di prospettiva che ne deriva consente di introdurre nell’analisi i differenti stakeholders che sono coinvolti nell’agire delle organizzazioni, aziendali e non; non solo i dipendenti e gli azionisti, ma anche i clienti, i cittadini e tutti coloro che risentono degli effetti “intrusivi, oppressivi, ecologicamente distruttivi e anti-sociali” delle pratiche portate avanti soprattutto dalle grandi corporations private e pubbliche (Willmott, 2008). I CMS mostrano un profondo scetticismo riguardo alla difendibilità morale ed alla sostenibilità ecologica delle forme prevalenti organizzative e di management (Adler, Forbes, Willmott, 2007).

Si tratta sicuramente di un approccio “eterodosso” per non dire “eretico” rispetto ai pilastri considerati fondamentali dal pensiero organizzativo più tradizionale.

Gli assunti che affronteremo nel prosieguo del lavoro riguardano alcuni passaggi fondamentali nell’analisi critica dello “stato dell’arte” degli studi organizzativi e manageriali, nonché delle pratiche attuate direttamente nelle attività di impresa. Le domande che ci siamo posti ed a cui nel nostro lavoro abbiamo cercato di fornire una prima risposta, possono essere così riassunte:

  • Prima domanda: quali sono gli scopi che prevalentemente si sono prefissi sino ad oggi gli studi in ambito organizzativo e manageriale? Attraverso alcuni spunti di riflessione proposti dai CMS, definiti come “Anti-performativity” (Fournier, Grey, 2000), analizzeremo come l’approccio di studi seguito sia stato fino ad oggi rivolto quasi esclusivamente a fornire strumenti utili al management, in un’ottica di performance aziendale fondata su efficienza ed efficacia dell’agire manageriale, e come questo ne abbia limitato fortemente l’attività non solo di analisi dell’esistente, ma anche e soprattutto propositiva di nuovi modi di intendere l’agire manageriale.
  • Seconda domanda: quali sono i presupposti ed i valori perseguiti sia nella prassi manageriale che negli studi che la concernono? Si tratta di definire gli aspetti paradigmatici su cui si fonda sia l’approccio epistemologico alle organizzazioni, ovvero il metodo di indagine seguito, sia l’approccio ontologico su cosa sia da definirsi come “realtà” cui fare riferimento abitualmente, e che viene definito nei CMS come “Critical Reflexivity” (Marinella De Simone, Dario Simoncini)

Lo ‘stato dell’arte’ degli studi organizzativi e manageriali.

Allargare lo sguardo attraverso i Critical Management Studies

 Dario Simoncini, Marinella De Simone
in Sviluppo & Organizzazione, n. 240/2010

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